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Diamond e Solo omaggiano e denunciano la crisi più grande della nostra generazione

8/7/2020

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Il 6 luglio è stata inaugurata a Roma, sulla facciata dello storico cinema Multisala Jolly, la nuova monumentale opera (ben 55 mq) di Street Art di Diamond e Solo, che sarà possibile visionare fino al 31 agosto. Il murales, che rappresenta un’operatrice sanitaria con i capelli sciolti, in una posa speranzosa e romantica, con alle spalle uno sfondo in cui si individuano in più punti le forme dello stivale italiano, è stato intitolato dai due artisti NEVER GIVE UP- SOLDI E PAURA MAI AVUTI. Un titolo che da solo lascia intendere la stratificazione di significato alla base dell’opera. 
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Solo e Diamond, NEVER GIVE UP- SOLDI E PAURA MAI AVUTI, Roma, 2020.
Il murales risulta emblematico del desiderio di ripartenza culturale e artistica, dopo i danni e la tragedia causati dal virus Sars-Cov-2, e soprattutto omaggia la categoria degli operatori sanitari, protagonisti loro malgrado di questa enorme crisi. 
Diamond e Solo collaborano da diversi anni, pur continuando a mantenere una propria individualità artistica, con opere spesso di denuncia sociale. Sempre attenti al contesto culturale e antropologico in cui operano, attuano una continua ricerca nella scelta dei loro soggetti, affinché possano sì trasmettere un messaggio universale, ma risultando prima di tutto coerenti e comprensibili per le comunità di riferimento.
La cifra stilistica di Diamond consiste in figure femminili portatrici di una bellezza senza tempo e in motivi floreali in cui si riscontra la forte influenza dello stile Liberty e dell’Art Nouveau, con forte coesione o contrasto cromatico a seconda della situazione.
Foto
Diamond, Hic sunt adamantes, Roma, 2015.
Solo, invece, legato al mondo del fumetto, gioca di volta in volta con supereroi conosciuti universalmente o con figure legate alle diverse culture popolari, fortemente connesse alle comunità locali. Attento anche lui alla figura femminile e a varie  problematiche sociali, spesso crea murales dal contenuto apparentemente giocoso, ma portatore di un’efficace denuncia, come la famosa Wonder Woman incinta situata nella storica borgata romana di Primavalle. Disegnata con tratti tipici di una femminilità che non appartiene alla sua rappresentazione tradizionale, il celebre personaggio dell’universo DC diventa simbolo della lotta quotidiana delle madri single.
Foto
Solo, Wonder Woman, Primavalle (Roma).
Le sensibilità dei due artisti risultano sempre complementari nelle opere a quattro mani, come frutto di un’unica mente. Certamente in NEVER GIVE UP si ritrovano tutti i temi a loro cari, oltre a una forte comunione di intenti. Quest’ultima si manifesta soprattutto nella volontà di andare oltre il ringraziamento didascalico verso l’impegno del personale ospedaliero. La seconda parte del titolo dell’opera, infatti, Soldi e paura mai avuti, condensa anche una forte denuncia sociale. L’espressione, che proviene da un proverbio veneto, è un’affermazione di forza e dignità, con cui sconfiggere povertà e avversità pur convivendoci, e che si adatta perfettamente alle difficili condizioni in cui versano gli operatori sanitari in Italia.  Dipinti dai media non come i supereroi di Solo, ma certamente come nuovi eroi, si ritrovano, spesso sottopagati e in numero non sufficiente rispetto a quanto sarebbe auspicabile, a tenere in piedi un settore devastato dai continui tagli della politica italiana, ricevendo per questo un elogio mediatico di circostanza che svela l’ipocrisia con cui il Paese ha affrontato e continua ad affrontare questa grande crisi.
Emblematica allora risulta la scelta dei due street artist di rappresentare la protagonista del loro nuovo murales con i capelli al vento, in qualche modo in contrasto con quanto imposto dalla sua divisa. Una dichiarazione di indipendenza e di liberazione, dalle ingiustizie e dalle difficoltà che affliggono le più disparate categorie professionali in Italia. Ma anche un modo per ricordare a noi tutti come la libertà, un concetto dato per scontato  prima del lockdown e delle nuove regole della nostra normalità, vada non solo riconquistata nell’ottica di un’affermazione individualistica di sé, ma prima di tutto esercitata quotidianamente, insieme al sacrificio, in nome del rispetto verso la comunità e per tutti coloro che donano ogni giorno la loro dedizione affinché, dopo la tragedia, si possa tornare insieme a cogliere un’opportunità.

- Dionisia Matacchione
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