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Lo scorso 23 aprile Confcultura ha reso note per mezzo di un prontuario le misure organizzative e comportamentali da adottare in vista della riapertura degli spazi culturali (musei, siti o parchi archeologici) nel passaggio alla Fase 2 dell’emergenza da COVID-19. PERCHE’ UNA LINEA GUIDA NEI LUOGHI DI CULTURA Il prontuario in questione (disponibile qui) si rivolge sia agli operatori culturali che ai visitatori; esso nasce dallo sforzo congiunto tra la Fondazione Italia in Salute (FIIS) - presieduta dal consulente del Ministero della Salute per l'emergenza Coronavirus Walter Ricciardi - e l’associazione Confcultura, che hanno condensato in dodici punti essenziali tutto quello che c’è da sapere per tornare a godere in sicurezza del nostro ineguagliabile patrimonio culturale. Un invito a familiarizzare quanto prima con le buone pratiche di prevenzione sanitaria che da poco sono entrate a far parte del nostro lessico quotidiano, consci del fatto che la ripresa dell’attività culturale non può prescindere da esse. Con l’approssimarsi della riattivazione di numerose sedi culturali, le imprese sembrano essersi dette favorevoli a collaborare in sinergia con le Istituzioni «Nell’ottica di un’efficace e quanto mai necessaria partnership tra pubblico e privato», come riferito da Patrizia Asproni, presidente di Confcultura. Per ottemperare all’impegno preso e dare concretezza a queste premesse, l’associazione ha rivolto un appello alle Istituzioni italiane ed europee allo scopo di dare vita ad un doppio team di lavoro formato da esperti di scenari e imprese culturali. Il fine è quello di invocare un sostegno unitario all’ecologia culturale attraverso un nuovo Manifesto di Ventotene fondato sulla cultura. Ciò nonostante, sembra che il DPCM del 26 aprile abbia rimescolato le carte in tavola, dando luogo a non pochi interrogativi circa l’adempimento di queste premesse- ivi compresa l’attuabilità della riapertura degli spazi culturali (che in base a quanto riferito, saranno accessibili proprio a partire dal prossimo 18 maggio). Di fatto, a pochi giorni di distanza dalla loro pubblicazione, i contenuti passati in rassegna dal prontuario appaiono per certi versi inconciliabili con le disposizioni assunte dal capo di stato Giuseppe Conte; al punto da disvelare perfino qualche contraddizione. Come riferiscono gli esperti, la cosiddetta “fase 2” verrà concepita proprio a partire da un settore strategico come quello della cultura e ciò inevitabilmente determinerà un ripensamento di luoghi, funzioni e abitudini da parte di operatori e visitatori. In virtù di ciò, verrebbe spontaneo chiedersi quale sia la natura di tale ripensamento e tuttavia- come si evince- non esiste sezione del documento che sia tesa a chiarire questo aspetto. Ma allora: con quali presupposti, si tornerà a passeggiare tra le sale del museo? Pur costituendo un efficace canale di sensibilizzazione per rallentare o prevenire la diffusione del COVID-19 all’interno degli spazi più rappresentativi dell’intera nazione, il Vademecum Confcultura, allo stato attuale, non sembra essere all’altezza di una situazione di siffatta portata. Del resto, oggi più che mai, la nostra comunità sente l’urgente bisogno di riappropriarsi di una dimensione culturale; vale però la pena ricordare che questo sarà possibile non solo agendo nel rispetto delle buone azioni di prevenzione sanitaria ma soprattutto tenendo costantemente conto della caducità del contesto di emergenza sanitaria in cui versa il nostro paese. - Marie-Regine Dongiovanni Clicca qui per modificare.
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