chiasmomagazine
  • Home
  • Arte
  • Cinema & New Media
  • Gender Studies & Queer Culture
  • Poesia
  • CHIASMO EXHIBIT
  • La redazione

Arte

Fotonica Festival. La IV edizione dedicata alla Virtual Reality

23/12/2020

0 Commenti

 
Foto
Fotonica Festival, giunto alla sua quarta edizione, ha proposto per quest’anno un’edizione online visibile gratuitamente sul canale Twitch di Vj Television, inaugurando la prima edizione Virtual Reality. Come ogni anno gli artisti hanno messo in scena le loro opera audiovisive innovative e sperimentali, portando a una grande contaminazione tra i vari linguaggi digitali e sfruttando questo periodo per offrire performance in streaming interattive con il pubblico.
Il Festival si è svolto dall’11 al 20 dicembre 2020 ed è stato caratterizzato da collaborazioni importanti sia nazionali che internazionali, come con l’Athens Digital Art Festival, Lunchmeat Festival, Live Cinema Festival, Bright Festival e System11. La Virtual Room, creata in collaborazione con Arte19VVR, ha ospitato le installazioni AV, Mapping VR, la mostra di Net Art e l’AV Digital Archive, dove è stato possibile accedere al più grande archivio internazionale dedicato alle Audio Visual Digital Art. Ma il Festival si è anche spinto oltre, dando vita a VJ e DJ Set, spazi dedicati alla Net Art, Workshop, Lecture e anche a Talk con professionisti e artisti. 
Foto
Questa speciale edizione live ha offerto oltre 50 artisti da tutto il mondo e la possibilità di esplorare l’impressionante archivio di Audio Visual Digital Art. Ogni giorno numerosi artisti hanno messo in scena la loro arte, le loro conoscenze, la loro professionalità per farci conoscere il mondo, in continua espansione, dell’arte digitale audiovisiva.
 
La prima serata si è infatti aperta con il talk Presente e Futuro delle Arti Digitali Performative in Italia, dove è stata esplorata la tematica del rapporto tra performance digitale e lo spettacolo dal vivo, che quest’anno è sorto come tema principale della programmazione culturale internazionale. Nel talk hanno discusso del futuro dell’arte digitale Marco Ligurgo, dell’Associazione Culturale SHAPE, Claudio Caciolli, del Bright Festival, Nicola Baglivi, dell’AtFest, con la moderazione di Federica Patti. Le riflessioni sono gravitate intorno alle difficoltà di uscire dalla precarietà in cui la situazione attuale ci ha inserito, soprattutto per quanto riguarda i Festival che si basano proprio sulla programmazione. Inoltre, si è parlato di come sia possibile sperimentare con le nuove tecnologie di streaming per trasformare gli eventi classici in modalità VR, cercando di allargare il pubblico e trovare una forma di contatto con lo stesso. Sono nate anche diverse critiche costruttive, soprattutto rispetto a come la singola industria culturale spesso venga lasciata da sola a sostenere le spese economiche. Questo porta al fatto che le piccole associazioni devono mettere da parte la creatività per mettere in primo piano l’economia. 
 
Nella stessa sera la performance di apertura è stata Dualities, di Ultravioletto. Il lavoro dell’artista si basa sull’interdisciplinarietà, un tentativo di esplorare il rapporto tra gli esseri umani e la tecnologia attraverso una binarietà tra l’analogico e il digitale. La performance, suonata, proiettata e visualizzata in tempo reale, ha come fulcro proprio gli elementi binari: la musica elettronica e le immagini creano un flusso che si unisce in una dualità visiva e sonora. Le immagini sono create con Processing, software che proprio quest’anno compie i suoi vent’anni.
 
Nella serata successiva è stata presentata la performance Synchronator, un progetto audiovisual dell’olandese Bas van Koolwijk e di Gert-Jan Prins. Attraverso dei segnali elettrici ed elettromagnetici, gli artisti generano delle immagini che vogliono provocare una riflessione sulla natura di quello che guardiamo nei dispositivi tecnologici. L’immagine di disturbo diventa arte, diventa colore e diventa critica del mezzo stesso. Un altro lavoro dello stesso artista, Oscillations, è l’evoluzione HD del primo video Synchronator. 
 
Successivamente è stato il momento dell’atteso This is Not a Symptom dell’artista egiziana Noushka. L’AV performance di 45 minuti mette in relazione il tentativo di Hussein Marei e Amin Mourad di ricreare un paesaggio sonoro concettuale del Cairo con il viaggio visivo della città costruito da Noushka Farag. 
 
La sesta serata ha previsto la lecture dei Coldcut, Pirate TV, in collaborazione con la storica etichetta inglese fondata da loro, Ninja Tune. La jam dal vivo del gruppo di musica elettronica è stata estremamente coinvolgente, con anche la possibilità di interagire con loro attraverso la chat di Twich. Sono tra le band più influenti nel campo dell’elettronica, utilizzano frequentemente campionamenti ma anche contaminazioni con generi quali breakbeat, funk, e techno.
 
Le due esibizioni di venerdì sono state quella dell’olandese Frouke Ten Velden e quella degli spagnoli Bromo. La prima, Resonance sketches, è un progetto di ricerca, un lavoro scultoreo audiovisivo che fonde immagine, musica e coreografia. Forme geometriche, luci e ombre si uniscono tra loro per riflettere sulla traslazione da un mezzo all’altro. 
L’altra esibizione è No Signal, che analizza e mostra gli oggetti di studio dell’Agenzia aerospaziale Internazionale tentando di riflettere anche sul concetto di spazio come condizione umana. Tutta la performance è un tentativo di riflettere sulla società, sull’ambiente e sulla politica. L’esibizione, infatti, inizia con la descrizione del regolamento delle United Nations Committee on the Peaceful Uses of Outer Space (COPUOS), per riflettere sul reale utilizzo degli studi Aereospaziali dei governi. La tecnologia e i media non sono dunque utilizzati solamente come arte, ma anche per mandare un messaggio politico. 
 
Sabato è stato il turno della performance Overspoeld dello Studio de Maan, che trasporta lo spettatore per quasi 50 minuti in un’immersione all’interno delle immagini sui toni del blu, che ricordano gli abissi marini e i microrganismi che vi abitano. Queste suggestioni sono intervallate anche dalle parole della biologa Paula Ramos-Silva. Anche la musica, composta da Mark Nieuwenhuis, diventa un flusso continuo che si mescola a generi diversi, tra l’elettronica e il jazz. 
 
Questa edizione si è conclusa dunque nel migliore dei modi. La difficile situazione sanitaria ed economica che tutto il mondo sta vivendo è stata sicuramente d’intralcio nella realizzazione del Festival, ma al contempo è stato possibile sperimentare nuove forme di realizzazione artistica digitale. Infatti gli artisti, provenienti da tutto il mondo, sono stati in grado di proporre le proprie performance e di esplorare le tematiche dell’arte audiovisiva e digitale in un modo nuovo e maggiormente interattivo. ​
Foto

Elena Rossi
0 Commenti



Lascia una risposta.

Fornito da Crea il tuo sito web unico con modelli personalizzabili.
  • Home
  • Arte
  • Cinema & New Media
  • Gender Studies & Queer Culture
  • Poesia
  • CHIASMO EXHIBIT
  • La redazione