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Arte

Il lato segreto dell'arte. Come si determina il prezzo di un dipinto?

4/10/2020

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Ecco a voi una piccola guida su come muovervi nel mondo dell’arte. Iniziamo questa rubrica cercando di capire come si determina il prezzo di un’opera d’arte.
Siete appassionati di arte contemporanea e volete acquistare un quadro ma non sapete come fare? Quando andate alle fiere non riuscite assolutamente a capire il gallerista che vi parla di coefficienti, multipli o altro? Tranquilli, da adesso non sarete più soli! Questa rubrica, chiamata “Il lato segreto dell’arte”, vuole proprio aiutarvi a fare i primi passi in questo mondo ostico per chi non ci lavora.  

Partiamo con il punto più importante: il prezzo dell’opera d’arte. Il valore dell’opera è causato soprattutto dalla sua rarità e irriproducibilità. Le opere d’arte non possono essere riprodotte “in serie” come i classici oggetti industriali. Questo fa sì che i quadri o le sculture costino di più.
Ovviamente dopo questa frase molti di voi penseranno “Ma non è vero, ci sono artisti come Andy Warhol che hanno riprodotto tantissimi dipinti in serie”. Su questo avete ragione: soprattutto nell’arte contemporanea, gli artisti tendono a riprodurre dipinti in serie, come se fossero una sorta di macchina. Purtroppo questa produzione non è infinita, anzi, c’è comunque un limite, spesso prefissato dallo stesso artista. Infatti, se ammirate una stampa del genio della pop art, troverete in piccolo un numero che indica la tiratura massima di quell’opera. Oltre quel numero non è possibile andare (salvo rarissimi casi). 
Foto
Andy Warhol, Vesuvius, 1985. Courtesy. Gallerie d'Italia
Dopo aver chiarito questo punto su cui si basa il mondo dell’arte, possiamo iniziare a comprendere come viene calcolato il prezzo dell’opera. 
Partiamo dal quadro, che è ancora molto presente nella produzione artistica e che le gallerie d’arte tengono a proporre costantemente. Il prezzo di un quadro viene determinato sia dalle dimensioni, sia dai materiali.  Il primo elemento è ovviamente importante perché più grande il quadro, più è la fatica e il consumo di materiali.

Per quanto riguarda i materiali, si crea una sorta di gerarchia in base al costo e alla difficoltà di utilizzo. Si parte con i colori ad olio considerati da tutti il materiale per eccellenza dell’arte. Questo materiale è molto complesso da usare, e solamente pochi artisti riescono a padroneggiarlo. Per questi motivi, il costo di dipinti ad olio è molto elevato. Dello stesso valore troviamo gli acrilici e le tempere. Questi ultimi materiali sono più diffusi e usati dagli artisti per via del loro basso costo e perché sono facili e veloci da usare. 
Vengono considerati invece secondari tutti i lavori su carta. Il motivo è molto semplice: i lavori su carta sono considerati facili da creare. Una rappresentazione su carta infatti non prevede conoscenze approfondite, ma “solamente” una certa abilità nel disegno. Sono lavori ancora molto presenti nel mercato dell’arte, ma difficilmente valorizzati dagli stessi artisti o dalle Gallerie.  Si conclude questa sorta di “classifica”, con la grafica seriale (acqueforti, litografie e serigrafie) destinate ad un pubblico molto maggiore ed eterogeneo.

Come abbiamo detto prima, ci sono artisti (soprattutto contemporanei) che hanno cercato di rivoluzionare il mondo dell’arte proponendo opere in “serie”. Purtroppo questa produzione è comunque limitata e di conseguenza il loro prezzo non è basso come gli artisti speravano. Con questo possiamo capire una cosa: dal mercato non si scappa! Qualsiasi tendenza, anche le più estreme, non sono riuscite a sfuggire alle regole del mercato dell’arte.​

Foto
David Cesaria, Ciliege 1 di 8. Esempio di opere d'arte prodotte in serie
Passiamo invece alle sculture. Anche per queste forme d’arte i materiali e le dimensioni influenzano il valore di mercato.  Un materiale come il marmo di carrara, che costa molto di più e che è stato utilizzato dai grandi artisti come Michelangelo e Bernini, varrà molto di più di una scultura in altro materiale. In più il marmo è complesso da lavorare e spesso può riservare “sorprese” al suo interno come crepe o venature marcate che vengono definite “peli”. 
Anche il bronzo, lega di rame e stagno, ha un valore molto elevato. Non solo perché il bronzo è un materiale costoso, ma anche perché come per il marmo, non tutti riescono a lavorarlo. 
Dopo aver parlato dei materiali (seppur brevemente) passiamo ad un altro aspetto fondamentale per determinare il valore di un’opera d’arte: il suo aspetto. Come ben sapete tutti gli artisti hanno attraversato dei “periodi” dove potevano produrre opere anche totalmente diverse. Di questi periodi indubbiamente ne esistono alcuni che hanno conquistato tutti e che gli hanno permesso di diventare famosi. 
FotoPablo Picasso, Le damigelle di Avignone, 1907. Courtesy MoMa

Per farvi un esempio, prendiamo il maestro del cubismo: Pablo Picasso. L’artista, prima di approdare al cubismo, ha attraversato diversi periodi, quelli che vengono chiamati rosa e blu. I quadri del periodo cubista varranno sempre di più di quadri realizzati in periodi precedenti o successivi. Questo perché, per le persone, Picasso resterà per sempre il pittore cubista e basta, e di conseguenza gli altri periodi non verranno presi molto in considerazione. 
Molto spesso il valore di un dipinto viene determinato dalle aste che annualmente vengono fatte. Le cifre che spesso vengono battute all’asta possono essere utili per comprendere il valore di un’opera. Ovviamente queste “cifre” devono essere prese con le pinze visto che non è raro che le case d’asta “influenzino” i risultati attraverso proposte fasulle. 
Con questa piccola ingerenza nel mondo delle case d’asta si conclude il nostro viaggio sul valore dell’arte. Ovviamente ci sono altri fattori che possono far oscillare il valore delle opere ma questi elencati sono gli elementi più importanti e che si riscontrano di più. 

- Francesco Mancini
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