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Gender Studies & Queer Culture

Aborto ed epidemia: un abbinamento da negoziare

18/4/2020

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La battaglia contro l’aborto degli stati conservatori nella federazione nord-americana trova un alleato nel coronavirus: lo sviluppo giorno per giorno.

Il contesto
Il sistema giudiziario statunitense si basa sulla logica dei precedenti: esistono cioè delle leggi, ma la loro applicazione dipende da come sono state interpretate nei casi del passato. Nel caso dell’aborto, la data che dobbiamo tenere a mente è il 1973, anno in cui la Corte Suprema garantì l’accesso all’aborto in quanto diritto costituzionale, nella sentenza del caso Roe versus Wade. Da anni, però, l’opposizione all’aborto combatte per tornare indietro e rovesciare Roe v. Wade, in modo da renderlo illegale.  Il 2019, ad esempio, è stato l’anno in cui, rispetto al 1973[1], sono cresciute di più le leggi restrittive in materia.
L’ultima impresa verso questa direzione anti-progressista si deve allo stato dell’Alabama che, durante l’estate scorsa, ha approvato un decreto che vieta quasi completamente l’aborto: si tratta dell’Alabama Human Life Protection Act, e prevede dei provvedimenti penali per i medici che eseguono la procedura a qualsiasi stadio della gravidanza, senza eccezioni per lo stupro o l’incesto. Fortunatamente questa legge è stata immediatamente bloccata dai tribunali in quanto incostituzionale e in conflitto con Roe v. Wade. Da allora, questo caso si fa strada tra le Corti d’Appello e arriverà in ultima istanza alla Corte Suprema, a cui spetta la decisione finale sulla legalità dell’aborto[2].

[1] Christine Vestal, New laws deepen state differences over abortion, 30 Luglio 2019, https://www.pewtrusts.org/en/research-and-analysis/blogs/stateline/2019/07/30/new-laws-deepen-state-differences-over-abortion.  
[2] Per saperne di più, https://www.plannedparenthoodaction.org/issues/abortion.
Foto
Il 22 gennaio 2010, un gruppo di attivisti partecipano a una protesta davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti in occasione del 37° anniversario di Roe v. Wade. Credits: Mark Wilson | Getty Images

​Il calendario del conflitto durante l’epidemia
17 Marzo 2020: il governatore dell’Ohio ordina la sospensione di tutte le procedure mediche non essenziali, senza menzionare specificatamente l’aborto, ma, durante il weekend, il procuratore generale dell’Ohio manda una lettera a parecchie cliniche accusandole di violare l’ordinanza. Ciononostante, le cliniche continuano ad esercitare la loro funzione indisturbate dopo un tira e molla tra gli avvocati e il Dipartimento della Salute.
22 Marzo 2020: il governatore del Texas segue l’esempio dell’Ohio e proibisce tutte le chirurgie e le procedure non urgenti almeno fino al 21 Aprile, ma con la possibilità di prolungare il divieto.
23 Marzo 2020: in un comunicato stampa, il procuratore generale del Texas interpreta l’ordinanza del giorno prima come un divieto di praticare l’aborto durante l’epidemia di coronavirus, tranne nel caso in cui la vita della madre sia in pericolo. Le cliniche dedicate a questo sostengono, però, che si tratta di una “procedura sanitaria essenziale”[1], soprattutto perché gli aborti hanno una percentuale di complicazioni più alta man mano che procede la gravidanza, e perché il Texas proibisce la procedura dopo le 20 settimane. Le sanzioni previste sono multe fino a mille dollari e un massimo di 180 giorni in prigione.
26 Marzo 2020: Planned Parenthood fa causa allo stato del Texas per aver proibito quasi tutti gli aborti durante l’epidemia di coronavirus. La causa, intentata da Planned Parenthood per conto di svariate cliniche, sostiene che l’ordinanza sia incostituzionale e una violazione di Roe v. Wade, e richiede un immediato contro-ordine che permetta di tenere aperte le cliniche. Nancy Northup, direttrice del Centro per i Diritti Riproduttivi, ha sottolineato che “l’aborto è una pratica sanitaria essenziale che ha un impatto profondo sulla salute e sulla vita delle persone, ed è per questo motivo che è protetto in quanto diritto costituzionale”[2]. In particolare, nella causa è evidenziato come l’ordine comprenda anche il divieto di prendere una pillola abortiva a casa propria, e questo è l’unico farmaco ad uso orale su cui sono state applicate delle restrizioni a causa del Covid-19, nonostante non abbia alcun impatto sulla risposta all’epidemia. In pratica questo significa che le pazienti non avranno la possibilità di abortire per settimane o anche mesi, visto che non si sa quanto durerà l’epidemia, e saranno quindi costrette a portare a termine la gravidanza contro la loro volontà.
28 Marzo 2020: l’Alabama rilascia un’ordinanza che richiede la chiusura delle cliniche, minacciando delle conseguenze penali per i medici in violazione.
30 Marzo 2020: Due giudici federali si dichiarano a favore di Planned Parenthood nella causa contro lo stato del Texas, e alcuni giudici distrettuali impongono all’Ohio e all’Alabama di non implementare il loro divieto[3]. Inoltre, Planned Parenthood, la ACLU, e il Centro per i Diritti Riproduttivi si attivano in altri stati come l’Iowa e l’Oklahoma, che nei giorni precedenti hanno seguito l’esempio del Texas, sebbene prendendo misure meno draconiane. Nell’opinione del giudice nel caso contro il Texas, si legge: “I vantaggi di una potenziale e comunque limitata riduzione dell’uso di protezioni mediche attualmente destinate alle cliniche pesano di meno del danno procurato dall’eliminazione dell’accesso all’aborto durante una pandemia. Questa aumenta il rischio di continuare una gravidanza non voluta, così come i rischi di viaggiare in altri stati in cerca di procedure sanitarie adeguate”[4].
31 Marzo 2020: La Corte d’Appello del Quinto Distretto del Texas permette allo stato di riprendere il divieto dell’aborto, sospendendo la decisione del giorno prima[5]. Per il momento, la decisione è temporanea, ma indica che presto la Corte permetterà agli Stati di rendere l’aborto illegale durante la pandemia del coronavirus. Quando questo accadrà, le cliniche e le associazioni dedicate alla protezione del diritto all’aborto si rivolgeranno quasi certamente alla Corte Suprema, che dovrà decidere se mantenere la decisione della Corte d’Appello texana oppure no, confermando Roe v. Wade o ribaltandolo definitivamente.


[1] Dall’articolo del 23 Marzo 2020 di Ema O’Connor, Texas has banned abortion during the coronavirus outbreak, https://www.buzzfeednews.com/article/emaoconnor/texas-abortion-ban-coronavirus-outbreak.
[2] “Abortion care is a[n] essential health care that has a profound impact on a person’s health and life, which is why it is protected as a constitutional right”. Cf. l’articolo del 26 Marzo 2020 di Ema O’Connor, Planned Parenthood sued Texas for banning nearly all abortions during the coronavirus outbreak, https://www.buzzfeednews.com/article/emaoconnor/planned-parenthood-lawsuit-texas-abortion-ban-coronavirus.
[3] Cf. l’articolo del 30 Marzo 2020 di Ema O’Connor, Judges struck down three state bans on abortions during the coronavirus outbreak, https://www.buzzfeednews.com/article/emaoconnor/judge-struck-down-abortion-ban-texas-coronavirus.
[4] “The benefits of a limited potential reduction in the use of some personal protective equipment by abortion providers is outweighed by the harm of eliminating abortion access in the midst of a pandemic that increases the risks of continuing an unwanted pregnancy, as well as the risks of traveling to other states in search of time-sensitive medical care”. Cf. l’articolo del 30 Marzo 2020 di Dahlia Lithwick, Federal judges block Texas and Ohio coronavirus abortion ban, https://slate.com/news-and-politics/2020/03/federal-judges-block-coronavirus-abortion-bans.html.
[5] Cf. l’articolo del 31 Marzo 2020 di Mark Joseph Stern, Federal Appeals Court lets Texas resume abortion ban, https://slate.com/news-and-politics/2020/03/fifth-circuit-texas-coronavirus-abortion-ban.html; l’articolo dello stesso giorno di Ema O’Connor, Texas’s ban on abortion during the coronavirus outbreak can go back into effect following an Appeals Court ruling, https://www.buzzfeednews.com/article/emaoconnor/texas-abortion-ban-coronavirus-upheld-court. 
Foto
La sede di Planned Parenthood a Houston in Texas. Credits: Godofredo A. Vasquez, Houston Chronicle

Il quadro generale
Come dicevamo prima, il sistema giudiziario statunitense si basa sulla logica dei precedenti. Alla luce dei fatti di questi giorni, quindi, è evidente che il Texas non sta soltanto tentando di limitare l’aborto durante un’emergenza, ma di renderlo definitivamente illegale in tutto il paese, usando l’emergenza come una scusa. Poco importa che due terzi della popolazione americana si schierino ormai contro il rovesciamento di Roe v. Wade[1], e che perfino la maggior parte dei Repubblicani (52%) si trovi d’accordo con questa posizione[2]. Infatti è chiaro che l’obiettivo di questi legislatori non è la promozione dell’interesse pubblico, tant’è vero che si trovano costretti ad agire in cattiva fede, portando avanti delle politiche dannose per il sistema sanitario, oltre che inutili nell’arginare la crisi che stiamo vivendo.


[1] Cf. l’articolo del 21 Maggio 2019 di Jennifer De Pinto, Majority of Americans don’t want Roe v. Wade overturned, CBS News poll finds, https://www.cbsnews.com/news/majority-of-americans-dont-want-roe-v-wade-overturned-cbs-news-poll-finds/.
[2] Cf. l’articolo del 23 Luglio 2018 di Carrie Dann, NBC/WSJ poll: support for Roe v. Wade hits new high, https://www.nbcnews.com/politics/first-read/nbc-wsj-poll-support-roe-v-wade-hits-new-high-n893806.

​Lucia Pasini

Foto
Sara Federico, Abyss
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