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Gender Studies & Queer Culture

La caccia alle streghe nell’opera di Silvia Federici

27/3/2020

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Quanti di noi hanno sentito parlare di caccia alle streghe? E in che termini questo è avvenuto? Tra i banchi di scuola, sui libri di storia, la vicenda è stata affrontata in termini quasi leggendari, o relegata a paragrafi di secondo piano e box di approfondimento. Senza dubbio, il soggetto strega è emerso, in termini di protagonismo, nel dibattito pubblico grazie al movimento femminista degli anni ’70. Non si fatica, infatti, a ricordare quello che è stato uno slogan gridato a piena voce nelle piazze: ‘’tremate, tremate, le streghe son tornate!’’

Nel corso degli anni è stata elaborata una ricerca più approfondita del fenomeno e, in quest’ottica, uno dei contributi più interessanti è senz’altro quello di Silvia Federici. Silvia Federici, studiosa parmense emigrata negli Stati Uniti, ha offerto nel suo libro forse più conosciuto Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria (2015) una rilettura femminista della transizione dal feudalesimo al capitalismo. Oggetto d’indagine storica ricorrente, lo sviluppo del capitalismo è stato qui ripensato e reinterpretato tentando di superarne alcuni limiti. Il titolo, ispirato all’opera shakespeariana Tempesta, ha sviluppato – tra le altre – il protagonismo della strega, soggetto marginale e bistrattato. Si è trattato di una premessa, se vogliamo, riconducibile agli obiettivi della storia di genere: quelli di restituire centralità ai soggetti taciuti, di ripensare alle categorie fondamentali della ricerca storica, di introdurre approcci meaningful per l’analisi di fenomeni complessi. 
​«La persecuzione delle streghe (al pari del commercio degli schiavi e delle enclosure) è stata un aspetto centrale dell’accumulazione e formazione del proletariato moderno, in Europa come nel nuovo mondo (Federici, 2015, p. 17)».
Silvia Federici ha rilevato, supportata da una serie di esempi concreti, l’indifferenza mostrata dagli storici nello studio della caccia alle streghe, fenomeno quasi secondario per i più. La stessa tendenza è stata osservata, con pochissime eccezioni, tra gli storici marxisti; un silenzio pesante di fronte alle dimensioni di quello che è stato definito un vero e proprio massacro. Un massacro importante in termini numerici sempre crescenti tra il XV e il XVI secolo. La criminalizzazione della stregoneria e la sua punizione con la morte in più paesi europei hanno fatto emergere, in Calibano e la strega, un meccanismo supportato prima di tutto dalle classi dominanti. L’intera macchina della persecuzione, infatti, non ha coinvolto soltanto gli ambienti ecclesiastici, ma anche le grandi corti secolari. In questo senso, Silvia Federici ha definito la caccia alle streghe un fenomeno politico, caratterizzante indistintamente paesi cattolici e protestanti, ‘’il primo esempio di unificazione europea’’. 
«La caccia alle streghe fu strumentale alla costruzione di un nuovo ordine patriarcale in cui i corpi delle donne, il loro lavoro, il loro potere sessuale e la loro capacità riproduttiva dovevano essere posti sotto il controllo dello stato e trasformati in risorse economiche (Federici, 2015, p. 160)».
Foto
Calibano e la strega. Le donne, il corpo e l'accumulazione originaria, Silvia Federici, Mimesis, 2015

​La successiva connessione elaborata dall’autrice tra l’accusa di stregoneria e quella di alto tradimento o terrorismo ha trovato la sua ragion d’essere nella volontà di render sospetto qualsiasi comportamento della vita quotidiana. Chi erano dunque le grandi accusate? Principalmente contadine, braccianti, lavoratrici a salario; nelle confessioni, quello della povertà non era di certo un dato secondario. In questo modo, il capitalismo ha strutturato la sua necessità di intervento per eliminare l’imprevedibilità delle pratiche magiche, in netto contrasto con i principi di razionalizzazione dell’attività lavorativa. In questo contesto, la magia era una forma di resistenza popolare al potere e la caccia alle streghe una lotta di classe. I sabba delle streghe, i famosi convegni notturni, non erano soltanto demoniaci, mostruosi, ma anche politicamente sovversivi. Perché l’autrice ha definito la stregoneria un crimine specificamente femminile? Tra il XVI e il XVII secolo, erano proprio le donne le protagoniste dell’80% e più dei processi. Un altro elemento estremamente interessante è stato individuato nell’associazione tra stregoneria, contraccezione e aborto. In questo senso, tra le accuse si faceva spazio la volontà delle streghe di distruggere la forza generativa umana e animale, praticando aborti e uccidendo bambini per sacrificarli al diavolo. Silvia Federici, coerentemente alle premesse esposte, ha dunque inserito questa tendenza nell'elaborazione della questione della disponibilità della forza-lavoro. Il corpo delle donne, quindi, al servizio dell’aumento della popolazione e della produzione, un’ipotesi affine alla preoccupazione delle classi dominanti per il crollo demografico. 
«Ma la strega non era solo la levatrice, la donna che evitava la maternità, o la mendicante […] era anche la donna che esercitava la propria sessualità fuori dai vincoli del matrimonio e della procreazione (Federici, 2015, p. 176)».
Prostitute, adultere, ribelli, lingue lunghe, ma non solo: la grande accusata era la donna in quanto tale. Quello della sessualità non era però un tema di secondaria importanza; l’autrice ha infatti individuato nella caccia alle streghe il primo passo verso la trasformazione della sessualità femminile in ‘’lavoro’’. La disciplina capitalistica della sessualità, in poche parole, non poteva prevedere un’attività sessuale non procreativa e soprattutto non idonea alla trasmissione della proprietà. 

​Per concludere, il lavoro di Silvia Federici, oltre ad aver evidenziato l’importanza della caccia alle streghe nella nascita del sistema capitalistico moderno, ne ha individuato una conseguenza che, ad oggi, pesa come un macigno: una femminilità subordinata ed un controllo, sempre più stringente, dello Stato sui corpi delle donne.

Rossella Valentino
Foto
Bridget Bishop: First Salem Witch Execution, 1962
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